venerdì 11 luglio 2014

L'anguilla


Uno sport che è ritornato alla ribalta è il nuoto,  grazie soprattutto alle prestazioni sportive da record fornite dalla nostra campionessa olimpica, nonché quasi compaesana Federica Pellegrini.
Il fatto che ultimamente si presti di più ai riflettori del mondo del gossip a causa del suo continuo tira e molla sentimentale con Filippo Magnini è un’altra storia. Che facciano un terza media in 2, invece, è un altro conto.

Esistono anche personaggi che hanno scritto il proprio nome in lettere indelebili nella storia di questo sport, non per i tempi da record ma come esempio degli ideali del Comitato Olimpico Internazionale.

Giochi olimpici di Sydney, Australia
19 settembre
Sui blocchi di partenza della vasca dei 100 metri stile libero si apprestano a salire gli atleti.
Sono soltanto in tre, poiché questa batteria appartiene ad una wild-card per paesi in via di sviluppo.
Uno di loro in particolare si distingue. Innanzitutto si avvicina al blocco con lo stesso entusiasmo con cui un condannato a morte avanza verso il patibolo ed indossa, a differenza dei propri avversari che vestono costumi ipertecnologici, uno slippino da spiaggia pagato pochi dollari ad un negozietto di souvenir.

Lui è Eric Moussambani, classe 1978, proviene dalla Guinea Equatoriale, delegazione sportiva di cui è anche il portabandiera; certo sono solo 4 atleti, ma questo poco interessa.
Il fatto strano è che in realtà lui è un pallavolista, certo agile e muscoloso, ma pur sempre un pallavolista! Aveva imparato a nuotare 8 mesi prima nella piscina del suo albergo, nell’oceano, nei corsi d’acqua infestati dai coccodrilli; e quel che è peggio è il fatto che vede una piscina olimpica per la prima volta in vita sua!
Guarda i suoi avversari come una mucca osserva passare un treno e si mette in attesa dello start.
Ecco il segnale…ma sorpresa! I suoi compagni batteria, un tagiko ed un nigeriano, si sono tuffati prima del segnale acustico perciò vengono eliminati; quegli attimi di esitazione dovuti all’inesperienza gli fanno un regalo inaspettato.
Ora per regolamento dovrà nuotare da solo e sperare in un tempo ragionevole per potersi qualificare.

Parte lo start nuovamente ed Eric entra in acqua con una spanciata terrificante ed incomincia la sua gara in solitaria, mentre dagli spalti piovono ingiurie e fischi.

Lo stile è a dir poco dilettantesco: testa fuori d’acqua, gambe divaricate e rigide, movimenti scoordinati. Riesce a percorrere i primi 50 metri in 41 secondi, un mezzo fiasco.
I secondi 50 metri sono un vero e proprio calvario. Annaspa, schizza, sorsate di cloro ad ogni bracciata; ora il pubblico che prima lo denigrava incomincia ad applaudirlo ed incitarlo.
Gli ultimi 15 metri sembrano infiniti, serpeggia lungo la corsia, centimetri conquistati con la forza dell’orgoglio, già i giudici si stanno preparando a lanciarsi in acqua per salvarlo, Moussambani però, aiutato dal boato del pubblico, riesce a terminare la gara.
Quando esce dalla piscina sembra il Cristo sul Golgota. Fissa il suo tempo: 1:52.72, il peggior tempo di sempre.
Eppure i telecronisti se lo contendono, la gente ed i bambini sgomitano per assicurarsi una foto ed un autografo di quel campione di orgoglio.
Da quel giorno verrà denominato “The Eel”, l’anguilla.

Oggi Eric è un ingegnere di 36 anni ed è l’allenatore della nazionale di nuoto della Guinea Equatoriale; quella famosa piscina oggi riesce a percorrerla in 57 secondi. Ed quel famoso costumino è esposto a Losanna, all’ Olympic Museum, con tanto di autografo.
In pochi si ricordano di quel giorno a Sydney, ma ancor meno si ricorderanno di quel giornalista insolente che gli chiese:
-Ma lei che diavolo ci fa alle Olimpiadi?-
La candida risposta fu un semplice:
-Perché mi hanno invitato”

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